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27 Marzo 2014

Belve esotiche nel centro di Pozzuoli ma la gente tifa e festeggia...

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Belve esotiche nel centro di Pozzuoli ma la gente tifa e festeggia...

Oggi apparirebbe ai più come una notizia scioccante ma se tornassimo indietro di qualche secolo scopriremmo che tra Pozzuoli e Capua (dove sorgeva la più importante scuola di gladiatori) l'Impero Romano sfoggiava gli spettacoli più entusiasmanti per un pubblico desideroso di ferocia, sangue e divertimento.

Costruito nel 70 d.C. per volere dell'Imperatore Vespasiano, l'Anfiteatro Flavio di Pozzuoli sorge là dove confluivano le principali vie della regione, la Via Domitiana (per Roma) e la via per Napoli, in sostituzione dell’antico edificio per spettacoli di età romana repubblicana divenuto insufficiente a causa dell’enorme crescita demografica di Puteoli. È uno dei due anfiteatri romani esistenti a Pozzuoli. È il terzo anfiteatro per grandezza ed importanza dopo il Colosseo di Roma e l’Anfiteatro di Capua ma il primo per stato di conservazione. Il primo ad essere costruito fu quello di Capua, ma il Colosseo doveva essere più grande di quello di Capua perché Roma non poteva essere seconda a nessuno. Nei sotterranei dell’Anfiteatro Flavio sono tuttora visibili parti degli ingranaggi per sollevare le gabbie che portavano sull'arena belve feroci e probabilmente altri elementi di scenografia degli spettacoli. La struttura, di pianta ellittica, misura 147 x 117 metri, mentre l'arena ha i due semiassi di 72,22 e 42,33 metri. La cavea era in grado di ospitale fino a 40.000 spettatori.

In realtà a Pozzuoli di Anfiteatri ve ne sono due; a quanto pare, Pozzuoli fu l’unica città dell’Italia antica, ad eccezione di Roma, ad avere due anfiteatri, e ciò conferma che la città era considerata strategica sia per l’aspetto commerciale che per l’elevato numero di cittadini. Ben poche città si potettero vantare di possedere contemporaneamente due edifici di tal genere.

L’ Anfiteatro Minore (il più piccolo e anche il più antico), è stato scoperto ad inizio ‘900 e al tempo stesso sventrato in occasione dei lavori di costruzione della linea ferroviaria Napoli – Roma (i resti sono infatti visibili in prossimità del ponte della ferrovia, sulla Via Solfatara).

Sembra che, rispetto all’Anfiteatro Minore (dedicato agli spettacoli dei gladiatori), l’Anfiteatro Flavio fosse più adatto alle grandiose venationes (combattimenti di gladiatori con animali) con belve esotiche quali leoni, orsi, tigri.

Come nel Colosseo, così anche nell’Anfiteatro puteolano, troviamo le sacre memorie del martirologio cristiano della Campania: secondo una leggenda, nel 305 San Gennaro (Vescovo di Benevento), San Procolo (Patrono di Pozzuoli) e i loro compagni furono dati in pasto agli orsi nell’arena, ma essendone usciti miracolosamente illesi per l’assenza del governatore della Campania, il giudice ordinò che venissero decapitati nei pressi della Solfatara, là dove ora si trova il Santuario di San Gennaro che custodisce l'altare paleocristiano della piccola basilica che sorse in suo onore e che la pietà popolare venera come la pietra sulla quale il Santo fu decapitato.

Gli scavi dell’anfiteatro Flavio, sepolto sotto l’immane concerie delle sue rovine ed i materiali vulcanici eruttati dalla Solfatara ed accumulati dalle acque, iniziarono nel 1839 sotto la direzione di quello stesso architetto che dal 1826 al 1837 era stato preposto agli scavi di Ercolano.

Per quanto gravemente deteriorato l’Anfiteatro Flavio, liberato dalle terre che lo soffocavano e ricondotto al piano delle antiche strade che lo circondavano, è venuto a riacquistare, anche all’esterno, quella grandiosità e quell’imponenza che prima apparivano solo dalla visita dell’interno e dei sotterranei.

I SOTTERRANEI: 
Nessuno degli anfiteatri dell’antichità conserva così perfettamente e integralmente il dispositivo dell’arena come l’Anfiteatro puteolano, e in nessun altro meglio che in questo è possibile farsi un’idea chiara del complicato e grandioso meccanismo degli spettacoli delle cacce e dei combattenti con animali. Inoltre, la perfetta conservazione delle cortine murarie e delle volte, il gioco di ombre e di luci creato dagli antichi pozzi aperti al piano dell’arena e la grandiosità stessa di questa gigantesca costruzione sotterranea rendono l’Anfiteatro Flavio uno dei monumenti più profondamente suggestivi dell’antichità. 

Godetevi qualche splendida fotografia dell'Anfiteatro scattata durante i meravigliosi Vespa Tour di NapolinVespa cliccando QUI

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